Il 26 gennaio sarà la Giornata della memoria e del sacrificio degli Alpini

Con 189 voti favorevoli, nessuno contrario e un solo astenuto, il Senato ha approvato oggi, martedì 5 aprile, in via definitiva, il disegno di legge n. 1371, sull’istituzione della “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”, che era già stato approvato dalla Camera dei Deputati.

L’Assemblea di Palazzo Madama ha confermato anche la scelta della data proposta, ovvero il 26 di gennaio.

“È un voto che ci riempie di un orgoglio più che legittimo – ha dichiarato Sebastiano Favero, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini – non solo per il consenso praticamente unanime con cui il Ddl è stato approvato, ma anche per la data individuata per la celebrazione, ovvero il 26 di gennaio, che coincide con l’anniversario della battaglia di Nikolajewka, il drammatico ed eroico episodio del 1943 assurto a simbolo del valore e dello spirito di sacrificio delle penne nere. È la conferma – ha aggiunto Favero – del grandissimo credito di cui gli Alpini godono nel nostro Paese e dell’apprezzamento unanime e trasversale per la dimostrazione di impegno, solidarietà, riconciliazione e spirito di pace che contraddistinguono le penne nere da oltre un secolo”. (Fonte: Associazione Nazionale Alpini – 05/04/2022)

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia esprime la propria soddisfazione per la nuova ricorrenza istituzionale che lo Stato italiano ha deciso di dedicare agli Alpini definendo il 26 gennaio Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini.

Le “penne nere” hanno un rapporto speciale con le terre del confine orientale. Battaglioni di Alpini si sacrificarono sul fronte della Prima guerra mondiale per completare il percorso di riunificazione nazionale e volontari irredenti vi si arruolarono mettendo a disposizione del Regio Esercito la propria conoscenza delle Alpi Giulie e Carniche. Dalle fila della divisione alpina Julia proveniva buona parte di quella brigata partigiana Osoppo che dopo l’8 settembre combatté per la libertà, la democrazia e l’italianità, venendo poi colpita ai suoi vertici in maniera cruenti da partigiani che avevano anteposto l’ideologia comunista all’appartenenza nazionale. Ed un alpino era il Mario Maffi che nel 1957 esplorò le cavità carsiche trovando le prove delle stragi compiute a guerra finita dalle truppe comuniste jugoslave.

Ad ogni adunata alpina annuale il popolo della diaspora giuliano-dalmata vede con orgoglio e commozione sfilare lo striscione che ricorda gli Alpini di Pola, Fiume e Zara e dall’anno prossimo aderirà con altrettanto orgoglio e commozione alle celebrazioni del 26 gennaio. (Lorenzo Salimbeni – Responsabile comunicazione ANVGD)

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